Noi diamo alle cose che vediamo intorno a noi una realtà che non esiste se non dentro di noi............
....Dopo i lunghi, plumbei, noiosi giorni invernali, le prime radiose e calde giornate, che pure sono solo singoli preannunci dell'imminente primavera, allargano e inorgogliscono, cuori, menti e polmoni....i colori più vivaci e allegri che mai....quell'aria lucida, come sembrava non poter più essere, che sà di nuovo, di mille promesse e speranze che porta il ricordo della natura; alberi, foreste distanti ......già..! la campagnia è il posto adatto per inebriarsi e gioire di queste giornate, non una caotica e puzzolente città.
Noi di città ci dobbiamo accontentare del nostro inscatolato surrogato di natura, i giardini pubblici.......
Uno stradellino di ghiaia che si dipana sinuosamente tra grossi alberi, querce, tigli, castagni e anche qualche salice il tutto circondato da un muretto con una rete in cima, quasi che si volesse tenere incarcerato quel pezzo di natura per paura che scappi.
Nel giardino pubblico di "xxx" c'è pure un laghetto e un modestissimo zoo; pochi animali sonnecchianti e annoiati, forse perche costretti, da dietro le sbarre, a vedere quell'angolo di natura altrettanto ingabbiata.... ...... A pensarci un pò qualche vantaggio, un giardino lo offre rispetto ad una foresta, la comodià e la sicurezza. Disseminate qua e là, lungo il vialetto ed ai bordi del laghetto ci sono numerose panchine su cui sedersi senza sporcarsi i vestiti....o come quel vecchietto là.....che letto il giornale si cala il berretto sul viso per farsi una bella dormitina scaldato e ammantato da questo primo tiepido sole... .....o come quel signore là....perso ormai da ore nei suoi pensieri...se ne stà seduto su una panchina ombreggiata da un immenso salice sul bordo del laghetto, vestito con giacca e cravatta, un vero figurino, occhi azzurri che paiono assenti mentre la mente rincorre chissà quali pensieri..... ..chissà se sente le grida dei bambini che giocano?....o le voci degli adulti che li richiamano e si salutano tra loro scambiandosi qualche banale frase dettata dal loro umore mutevole, restii a lasciarsi andare alla gioia di questa giornata. ...Sembra che lui non senta nulla di tutto ciò, continua a sedere immobile su quella panchina fissando un punto lontano, oltre il laghetto, oltre il muro, forse qualche vera foresta che lui ha conosciuto...niente trapela da quel volto sereno e inespressivo.
.....Oltre a tutta quella gente, anche tanti piccoli animaletti; insetti, formiche, scoiattoli, uccelli fremono pieni di vita nel parco e le mosche, tra la loro ronzante attivita, sembrano essersi messe daccordo per tediare tutti coloro in cerca di pace......una di queste mosche più inopportuna e dispettosa delle altre si appoggia noncurante sulla ciglia lunga e folta del signore seduto sulla panchina, facendogli chiudere per un istante l'occhio.
«....Mamma!...Mamma!...guarda!..quel signore mi ha fatto l'occhiolino...»
La piccola Lisa, di 6 anni, col suo tondo angelico visino, sormontato da lucidi grossi boccoli dorati stà tornando a casa dopo un pomeriggio di giochi nel parco, che a lei, con occhi di bambina sembra veramente una foresta, ricca di sorprese e magica come quella delle fiabe.
Mentre vede quel signore chiudere un occhio al suo passaggio, quasi vorrebbe ridere, le sembra cosi buffo, dice quelle parole con la stessa ingenua spensieratezza con cui per tutto il giorno si era rivolta alla madre:
«..Mamma!.mamma..guarda quanti bei fiori come si chiamano?...... Mamma!..mamma!..guarda il leone..ooh!..come è grosso!.....Mamma.. mamma!..guarda quei bimbi..posso giocare con loro?.....»
Sembrava che così, innocentemente, volesse rendere la madre partecipe di tutte le meraviglie che i suoi occhi scoprivano in ogni cosa.
Ma Gianna Montorsi, la madre, con i suoi occhi vecchi di 36 anni, non riesce più a vedere certe sfumature, cio che i suoi, più disillusi occhi, vedono sono; le pericolose api che si aggirano tra i fiori, un vecchio e triste leone mezzo morto per l'apatia della prigionia e bambini tutti impolverati che giocano rotolandosi per terra.
Con quegli stessi occhi che hanno ormai perso ogni ingenuità, guarda quel signore seduto ad una 20 di metri da loro, non l'ha visto fare l'occhiolino e non riesce a vedere bene il volto seminascosto dall'ombra... le pare che stia sorridendo.....Ma!....Dio MIO!...ha il davanti dei pantaloni slacciato!....che schifo!.....stretto con forza il piccolo polso di Lisa inizia a camminare di fretta verso l'uscita, stascicandosi quasi dietro la bambina che non capisce il perchè di tutta quella furia.
Gianna non si accorge nemmeno di spaventare la bambina, che ora quasi vorrebbe piangere, Gianna vuole solo andarsene in fretta da li', ripetendo in un grugnito tra i denti...che schifo!...che schifo!....
Raggiunto il cancello dell'uscita, sfoga la sua stizza sulle guardie.
«...AH!..voi ve ne state qua a non far niente e intanto nel parco gira un esibizionista..un schifoso pedofilo che si mostra alle bambine...guardate come piange poverina..animuccia innocente..su!...su!..adesso andiamo a casa..»
Lisa infatti piange a dirotto, tra le braccia della madre che la riporta a casa, ma non per ciò che Gianna crede, ma per lo stesso, strano comportamento della madre, che la spaventa.
Ma questo le due guardie non possono saperlo, anche per loro quelle lacrime sono la prova di quello che la donna ha detto.
Cosi mentre uno si inoltra nel parco, per scovare il porco sul fatto, l'altro telefona ai carabinieri..perchè non si sà mai....!
A questo punto, il caso, il destino, il diavolo o un qualche dio,..chi puo dirlo?...decide di metterci lo zampino.
Marco Mattei 29 anni, impiegato in banca, sposato, si trova per un attimo di relax dopo il lavoro seduto su una panchina del parco, circa a metà strada tra il laghetto ad un capo del parco e l'entrata al capo opposto, troppo distante da ambedue i luoghi per essersi accorto di ciò che stava avvenendo.
I suoi pensieri, a differenza del suo aspetto che si sforza di mantenere sempre lindo ed in ordine,sono inconcludenti, incongruenti e caotici, così che senza mutare d'aspetto, ora pensa alla bellezza del parco, ora pensa al bel culetto della cassiera...-...chissà provare a palparlo.....magari domani....una toccatina così!....ma il lavoro che palle....tutte quelle scartoffie... soldi..soldi..ma non miei.....- Si rincuora in fretta pensando alle ormai prossime ferie estive, ma poi si riabbuia pensando alle previsioni del tempo che per oggi avevano previsto pioggia, e lui infatti, nella sua abitudinaria previdenza, indossa un impermeabile in una giornata di sole.
-...Maledetta previdenza!...- Sta pensando, mentre avverte uno stimolo, che tutti, volenti o nolenti dobbiamo soddisfare.
Arrivare fino ai bagni pubblici?...neanche a parlarne, lo stimolo è troppo impellente.
Si alza, si guarda intorno, e non vedendo nessuno, si mette a pisciare contro un albero.
.....che sollievo!....a volte pisciare, quando non se ne può proprio più è quasi come godere.......Perso in questa piccola estasi gli capita di pensare che erano anni che non pisciava all'aperto e gli torna vivido alla mente un gioco che era solito fare da ragazzino....girava su sè stesso disegnando un bel cerchio di pipi per terra....che pace.....che belli quei tempi....quasi senza pensarci o volerlo inizia a girare pian piano guardando la gialla scia tracciare il suo segno.
A metà giro si ferma sconcertato, basito mentre sente la pipi ritirarsi nei testicoli, e guarda con espressione scema la guardia sbucata in quel momento di fronte a lui.
«....Ah!...Dunque quella signora diceva il vero ...uno schifoso esibizionista in un parco pieno di bambini...venga...venga con me!...»
Afferrato Marco per un braccio comincia a portarlo verso l'uscita dove stanno ad attenderlo i carabinieri e una piccola folla di curiosi, Marco, vittima dei suoi pensieri inconcludenti non capisce subito cosa stà succedendo, si limita a dire per scusarsi «...ma io stavo solo urinando!»
E il signore seduto sulla panchina sul bordo del lago????
Lui se ne sta sempre lì, il suo sguardo perso in quel punto, dove forse vi è qualcosa che solo lui puo vedere...............................
Un parco in citta non è utilizzato solo da gente indaffarata in cerca di un oasi di pace, ma pure da coloro i quali sentono il bisogno di nascondersi, per pudori o per qualcosa di illegale.........Quale nascondiglio migliore di un paio di alberi da cui ti puoi guardare bene intorno ..........Pensano probabilmente Matteo e Paolo mentre stanno fumando un paio di spinelli nel parco, nulla di male ma meglio non farsi vedere.
Non sono amici da molto tempo, si sono conosciuti perchè Paolo compra del "fumo" da Matteo, che è un piccolo spacciatore del quartiere, ora sono lì ad assaggiare la nuova qualità di "fumo" che deve arrivare parlando di prezzi e "storie".
«....Non posso fartelo a meno di 8000£ il grammo, se poi lo vuoi a credito anche stavolta 8500£ altrimenti và a finire che ci rimetto...»
Paolo è stanco dei discorsi di Matteo ed il "fumo" a suo avviso puzza un pò di paraffina..( non si trova più il fumo di una volta )...ma non lo dà a vedere, in fondo è il meglio che riesce a trovare.
«....Ehi tu!!...Fatti i cazzi tuoi!!.....che cosa hai da guardare!!!....»
Matteo si é accorto del signore seduto sull'altra sponda del lago, già una volta è finito "dentro" per uno di quei vecchi che.. «.....sbragherano in giro per poi riferire ai carabba....» E ora li odia tutti.
«....Mi hai sentito?...fatti i cazzacci tuoi!!!!.....»
Ma paolo vede ben diversamente la situazione.
«....Piantala scemo...più fai così e più attiri l'attenzione....non vedi che non si è nemmeno accorto di noi....»
«....Fà finta..fà finta il pezzo di merda, lui si limita a guardare e fare la spia...ti piacerebbe trovare i carabba ad aspettarci mentre ti dò il fumo..»
Paolo sentendolo urlare ciò che dovrebbe tenere nascosto, non può fare a meno di dirgli.
«.....sei proprio un coglione!...»
Come spesso accade, tra ragazzi e non, l'orgoglio prende il posto della ragione e da uno sciocco motivo si arriva ad una seria lite.
Matteo spinge Paolo dicendogli «..a chi coglione?..»
Paolo sentendosi sfidato dal tono e dal gesto, spingendo a sua volta ripete «..A te'!..sei solo un gran coglione!...»
"et voilà".....la zuffa è servita!!!.............
I due ragazzi si accapigliano suonandosele di santa ragione, richiamando ovviamente l'attenzione della gente e per conseguenza dei carabinieri, ancora indaffarati a rilevare le generalità del disperato e pensieroso Marco Mattei.
Le due guardie al richiamo della gente arrivano di corsa a dividere i due contendenti e.....toh!...salta fuori pure un pezzo di hashish dalla tasca di Matteo....saranno solo una decina di grammi, ma sufficenti a garantire ai ragazzi un viaggio sull'auto dei carabinieri e una montagna di guai.
Marco Mattei viene lasciato andare, finalmente, dopo aver pagato una multa per oltraggio al pubblico pudore.
Il carabiniere gli ha finanche detto che è stato fortunato che nessuna signora l'abbia denunciato....perche se nò!!....e lasciava nel vuoto, pensando di renderla più temibile, la conseguenza.
Marco non sà neppure cosa pensare .......denunciato!?! ....come può essergli successo tutto ciò??!.....lui un esibizionista?!?...ma se stava solo pisciando!!!....e tutta quella gente, che se anche non possono denunciarlo, lo condannano con le loro indignate sentenze.
-....che schifo!!....pure con l'impermeabile come nei film!!!.....non si dovrebbe permettere certe cose!!....con tutti quei poveri bambini!!.... svergognato!!....sozzone!!.....-
Marco non può far altro che allontanarsi con la testa bassa, cercando di dimenticare......dimenticare tutto.
E il signore seduto sulla panchina?..possibile che lui non si sia accorto di niente???
...Lui è ancora seduto là, sulla riva di quel laghetto in cui si rispecchiano alberi e nuvole ma che lui non guarda........
Anche Maria Guelfi, una ragazzina di 14 anni, se non proprio bella, piuttosto carina, si trova al parco utilizzato come alcova d'amore.
Mentre si siede in riva al laghetto, ripensa ad Alfonso, il suo primo grande amore con cui ha appena finito di scambiarsi baci e carezze anche intime, è troppo felice per tornare subito a casa....la giornata è così bella, l'aria così tersa dopo giorni di pioggia........ed il suo cuore batte così forte a pensarci..... -....sono bella!.....sono bella!.....e se lo dice Alfonso che è più vecchio e di ragazze se ne intende, vuol dire che è vero.........-
Temeva Maria che tutte quelle macchiette che ha sparso sul viso la rendessero brutta. Sua madre dice sempre che le danno l'aspetto di un astuto micetto ..............cosa c'entrino i gatti non lo sà, ma il giudizio della madre non le importa era quello di un ragazzo che voleva sentire, uno un pò meno stupido di quelli della sua età......Alfonso....si Alfonso aveva appena finito di rassicurarla tra un bacio ed un altro.......... «..Uhmm!!...sei bella...bellissima...» Le diceva mentre la frugava ovunque.
Riscaldata da questa acquisita certezza, siede Maria su quella sponda gioiendo in quel passeggiero, ma per lei adesso, eterno, attimo felice.
Anche Maria si accorge del signore seduto sulla panchina.
-......Mi stà guardando.....sorride?.....forse anche lui mi trova bella..........mi stà proprio fissando.....magari si stà facendo qualche pensiero su di me!.....oh!..mi sbaglio o ha mosso il braccio...come ad invitarmi a sedere con lui.....ti piacerebbe eh!!....una bella ragazzina da accarezzare e portare con qualche promessa in macchina........-
Forse si spinge un pò in là nell'immaginare le intenzioni dietro lo sguardo di quel signore, ma che importa, nessuno può leggerle il pensiero e a lei adesso piace immaginarsi come una bellissima ragazza che puo fare impazzire qualsiasi uomo, il suo corpo ormai sviluppato e ancora caldo delle precedenti carezze le si eccita tutto al pensiero di essere presa e posseduta da un vero uomo, uno sconosciuto, come si vede in certi film.
Ma non è che una piccola voglia momentanea, di cui si vergogna un attimo dopo, diventa tutta rossa, si alza fà una pernacchia a quel signore che continua a guardarla e corre allegra come prima verso l'uscita.
È quasi fuori, quando si accorge......che sciocca!!!.....si è dimenticata il suo diario privato sulla riva del lago.......che fare?!?.......si vergogna adesso di tornare a farsi vedere da quel tipo che potrebbe essersi offeso per la pernacchia, non più eccitata dai precedenti pensieri, le fà addirittura un pò paura quel tipo con quello sguardo fisso.
Alla fine decide di fare un giro più ampio, discosta dal sentiero tra siepi e alberi, fino ad arrivare non vista il più vicino possibile al lago, recuperare il diario e correre via.
Anche questa piccola avventura soffia sull'orgoglio gia acceso di Maria........non è solo bella ma anche coraggiosa.....e mentre si sposta furtivamente di albero in albero immagina se stessa come l'eroina di un film ( guarda troppa TV Maria????!! ) alle prese con una pericolosa missione.
Circa a metà del suo avventuroso percorso, si ferma incredula, a pochi metri da lei Alfonso stà ripetendo quelle parole;......sei bella....bellissima ........baciando quella smorfiosa di Pamela la più stronza delle sue compagne di classe.
Se quel signore, ostinatamente seduto su quella panchina, non avesse costretto Maria, pur senza far niente, a quel ampio e furtivo tragitto ora avremmo tre ragazzi contenti; Alfonso per la sua abilità di latin-lover, Maria per l'aquisita consapevolezza di essere bella, Pamela soddisfatta dei baci.
Ma Maria,che vede crollare così il suo attimo di intima gioia non puo resistere dal saltare addosso ai due innamoratini graffiando e urlando......VIGLIACCO....VIGLIACCO..........PUTTANA.....PUTTANA.......
....Ormai è vicino il tramonto, i bordi delle nuvole sospese sull'orrizzonte si colorano d'improvviso delle varie tonalità del rosso, la luce si fà man mano piu cupe fino a declinare nella sera, avanza tra il tremolare delle foglie un venticello fresco a ricordare che la vera primavera non è ancora arrivata nonostante la calda giornata.
Quali profondi pensieri passeranno mai per la testa di quel signore che continua a rimanere seduto su quella panchina nonostante il vento spiri sempre più forte e freddo, cosa vedrà mai in quel punto in cui ha fissato lo sguardo?...........Ma ecco!....comincia a muoversi......forse una folata di vento improvvisa.....forse un malore....reclina il capo e cade....cade a testa in giù nel lago, potrebbe senz'altro annegare se nesuno avesse visto la scena.
Nevio Poretti, che passa di lì facendo il suo solito jogging serale, vede tutto.
Tipo sportivo Nevio, fissato con la ginnastica e orgoglioso del suo corpo agile e muscoloso, sogna spesso di incappare in qualche situazione d'emergenza per poter dimostrare a tutti quanto è in gamba.
Senza pensarci due volte corre a tuffarsi a sua volta, l'acqua non è molto fonda ma sporca e con il fondo melmoso e pieno di alghe, radici, sassi, tra quelle alghe che crescono dal fondo arrivando fin quasi in superfice giace immobile il corpo del signore, se non è morto è certamente svenuto, ma Nevio non si perde d'animo, camminando sul fondo di fango riesce appena a tenere la bocca aperta sul pelo dell'acqua quando raggiunge quel corpo che ora è suo dovere recuperare.
Afferratolo per i vestiti cerca di tirarlo a sè riusciendo fin troppo bene nel suo intento, infatti il corpo del signore da salvare, sorprendentemente leggero, vola oltre la testa del suo salvatore fermandosi vicino alla riva mentre il salvatore scivola in avanti incastrandosi con il piede tra dei sassi o delle radici, potrebbe liberarsi se avesse un pò più di tempo, ma ormai è al limite, lotta si divincola per risalire quei 10 cm che lo separano dalla superfice, ma è ancora peggio e mentre sente l'acqua entrargli in gola e riempirgli i polmoni in un ultimo grido senza rumore si chiede.
«.....Perche a mè?.....Perche a mè.....?...........????....»
Ora il corpo di quel signore, inutilmente soccorso, galleggia inerme accanto alla riva e sotto di lui il corpo ormai gonfio d'acqua di Nevio si adagia fluttuando tra il suo nuovo, soffice letto di melma e alghe.
Verso le 8.30, orario di chiusura, si presenta ai guardiani al cancello, un tipo grassottello e tarchiato con indosso un lungo grembiule che con un ansante agitazione cerca di convincerli a riaprire il cancello.
«.....uf....uf...uf....tutta via erminia di corsa ho fatto....uf...uf....per arrivare qua in tempo......uf...uf...uf...maledetti ragazzacci!......voi non potete neppure immaginare cosa vuol dire per un onesto negoziante come me sopportare certi piccoli teppistelli........il manichino più bello che ho mi hanno fatto sparire.....ci vorrebbe un pò più di rigore.....dico bene?....»
Le guardie si limitano ad assentire col capo non capendo bene cosa voglia quel rompiscatole.
«......Sù......Sù.....andiamo a vedere, mi hanno detto di averlo messo su una panchina vicino al lago......il più bello che ho!..sembra vero!!!!...»
Accompagnato da una guardia raggiunge il laghetto sulla cui acqua galleggia visibilmente il corpo di quel signore.
«....Eccolo....eccolo....lo hanno buttato in acqua quegli incoscenti....»
Dicendo ciò solleva il manichino dall'acqua, lo scrolla vigorosamente per asciugarlo un pò e se ne và maledicendo i ragazzini e la mancanza d'educazione e con quel manichino tra le braccia il cui sguardo è puntato adesso verso le mille stelle che lontano, lontano, brillano su quel pezzo di natura in città.............