Sono arrivato a Bangkok il 18/3/1996 con in tasca un biglietto aereo della Kuwait-Airlaines valido un anno e con la data di ritorno in bianco, e da lì è iniziato il mio viaggio nel Sud-Est Asia!
Il 16/5/1996, alla mattina, ho preso un autobus che da Nong Khai, attraversando il "Ponte dell'amicizia Thay-Laos", raggiunge il confine Laotiano, confine che per tutta la sua estensione è tracciato dal fiume Mekong, sbrigate le formalità doganali con un moto-taxi sono arrivato alla vicina Vientiane la capitale del Laos
Dopo 2 mesi in Thailandia il Laos fà uno strano effetto (quasi come l'arrivo in Pakistan dopo la Turchia), si ha quasi la sensazione di un salto nel tempo, è incredibile la differenza tra Bangkok e Vientiane, la prima è una grossa, affollata, caotica, inquinata e frenetica città, Vientiane, invece, sembra un piccolo, sonnecchiante paese in cui la vita ha ancora il ritmo lento e naturale che a me è più congeniale, il traffico di auto e mezzi vari era ridotta al minimo così che si poteva girare tranquillamente in bicicletta senza doversi districare tra il traffico e lo smog.
Nei giorni pasati a Vientiane avevo sempre la mia bicicletta, noleggiata, per potermi spostare liberamente, la cosa più curiosa che mi è capitato di vedere mentre vagabondavo nei dintorni di Vientiane è il "Buddha Park" che si trova a 25 Km da Vientiane, circa 2 ore in bici, ma che vale la pena andare a vedere, in un ampio giardino sono disseminate un numero molto alto di statue di tutte le dimensioni, e non solo di Buddha ma anche creature mitologiche ed altre che sembravano uscire dal Phanteom di divinità Indu, avrei voluto scattare un intero rullino di foto ma purtroppo dopo 5-6 scatti ho finito il rullino e non ne avevo uno di riserva (bisognerebbe scrivere una delle "leggi di Murphy" per casi come questo!)
Il 20 sono partito da Vientiane in autobus arrivando dopo 4 ore a Vang Vieng un piccolo, grazioso villaggio sulla strada per Luang Prabang.
I villaggi in Laos sono molto simili a quelli che si trovano nel nord della Thailandia con la differenza che in Laos sono molto meno abituati a vedere dei "farang" (stranieri) e ciò contribuisce ad aumentare la sensazione di esotico e avventuroso dei posti.
A Vang Vieng alloggio alla "Phou Bane Guest-House", 4000 Kip la stanza, ma del resto non c'era altra scelta, sono arrivato verso mezzogiorno e dopo aver occupato la stanza e mangiato nel pomeriggio sono andato a vedere una grotta un paio di Km fuori dal villaggio, non sono potuto entrare nella grotta perchè era tutto chiuso, ma se fosse stato aperto non sarei entrato lo stesso visto che c'era da pagare un biglietto (1000 Kip), avrei potuto scavalcare il cancello ma non avendo la pila con me sarebbe stata fatica inutile.
La sera, inevitabilmente, ho fatto la conoscenza degli altri ospiti della Guest-House, l'unica in tutta Vang Vieng, in tutto eravamo in 7, un Francese di cui non sò il nome né ho conosciuto visto che se ne stava sempre in stanza ed è partito il giorno dopo, Magrette und Carmelita due ragazze Olandesi, il padre di Carmelita è Italiano così che lei parla un pò d'Italiano, Jeanne un Americana di New York, Wherter un Tedesco sulla cinquantina che vive viaggiando per il mondo con i soldi della pensione da ex tenente dell'esercito, ben 2000$ al mese, John un tipo piuttosto particolare, nato in Vietnam da genitori Cinesi cittadino Americano residente alle Hawaii.
Il giorno dopo io, Magritte, Jeanne, John, Wherter siamo andati ad un altra grotta un pò più distante, circa 6 Km, lungo il sentiero bisognava guadare un paio di fiumi e si attraversavano alcuni villaggi, gran bella passeggiata, a rendere particolare questa zona sono una serie di montagne calcaree che la circonda, sembrano le isole che spuntano dal mare nei dintorni di Krabi e anche queste montagne come quelle isole sono piene di aperture e grotte.
Alla sera si è unita un altra turista, Gina una ragazza Irlandese che era di ritorno da Luang Prabang, la meta sucessiva di molti di noi, ed il giorno dopo sono partiti John e Wherter, il primo tornava a Vientiane per poi volare in Vietnam, il secondo dietto a Luang Prabang.
Noi 5 rimasti abbiamo noleggiato delle biciclette (1500 Kip) per andare a vedere un altra grotta, lungo la strada ci siamo fermati a guardare quella che sembrava l'apertura di una grotta nel fianco di una montagna, dopo un attimo di indecisione abbiamo lasciato le bici e ci siamo avviati verso la presunta grotta, dopo aver attraversato un campo di risaie ci siamo trovati davanti una barriera di vegetazione incontaminata con nessun sentiero per inoltrarsi, altro attimo di indecisione, ma nel frattempo ha iniziato a piovere, un vero acquazzone, ci siamo aperti un sentiero spostando e strappando rami ed erba arrivando ai piedi della montagna e dopo una breve e semplice scalata abbiamo raggiunto la grotta che non era altro che una specie di nicchia naturale grande appena da trovarvi rifugio dalla pioggia, dopo un paio di joint nell'attesa che smettesse di piovere, siamo tornati verso le bici che avevamo abbandonato per oltre un ora sul ciglio della strada, nonostante il tragitto piuttosto avventuroso e rischioso, da queste parti, tutto sembrava andare per il meglio, quello che io più temevo erano eventuali serpenti impossibili da vedere nell'erba alta e poi io, in qualità di unico maschietto del gruppo avevo il compito di stare davanti ad aprire la strada, ma il problema si è presentato sotto altro aspetto, nell'attraversare un fiumiciattolo Gina con la testa ha toccato una foglia, di asiatiche proporzioni, in cui sembravano essersi radunate un folto numero di formiche rosse, attimo di panico, lei ha iniziato ad urlare, le formiche aggrappate ai capelli non volevano andarsene ed avevano cominciato a morderla, per nostra ma sopratutto sua fortuna eravamo sulla riva del fiumiciattolo così che è bastato farle immergere la testa in acqua e staccare quelle più ostinate.
Raggiunte le bici siamo ripartiti alla volta delle vere grotte fermandoci in un villaggio per mangiare qualcosa, la "grotta dell'elefante" a differenza di quella visitata il giorno prima non è grande ma lunga, noi siamo avanzati per circa 600 mt ma la grotta proseguiva per almeno un paio di Km.
Siamo tornati a Vang Vieng che era già buio, tra l'altro io ho pure forato e metà del tragitto di ritorno l'ho fatto caricando Magritte sulla sua bici che teneva per mano la mia e visto che la strada era un continuo saliscendi e che Magritte da brava Olandese pesava qanto me e stata una vera faticaccia!
Da Vang Vieng sono poi partito in compagnia di Magritte e Carmelita verso Luang Prabang, autobus diretti non c'è n'era perciò abbiamo dovuto fare una sosta a Kasi dove si è unito a noi un ragazzo tedesco fanatico del calcio, e in cerca di avventura, in tutto il viaggio è durato 12 ore, la strada si snoda attraverso un paesaggio stupendo e ciò è stato utile a rendere più sopportabile il viaggio, ad ogni villaggio venivamo accolti dai venditori di cibo che assediavano il bus offrendo di tutto frutta, bibite, canna da succhiare, ma anche riso carne e scarafaggi e cavallette fritti da sgranocchiare durante il viaggio, la zona nei dintorni di Kasi era allora una delle poche zone dove truppe antigovernative continuavano a causare casini di tanto in tanto, sul tetto del nostro autobus avevamo 2 guardie armate e nei dintorni dei villaggi si vedevano carri armati e elicotteri dell'esercito che facevano la gioia del nostro nuovo amico tedesco.
A Luang Prabang ho passato una piacevolissima settimana in un gruppo di viaggiatori come me, visitando temli,grotte e delle cascate "Kouangsy Waterfall" veramente molto belle, questo è uno dei vantaggi nel girare in zone dove i turisti non sono molto numerosi, con quelli che ci sono viene molto più naturale fare amicizia formando delle piccole comunità di viaggiatori indipendenti che per un pò condividono qualcosa per poi ripartire ognuno per la propria strada.
Il visto del Laos che avevo ottenuto a Bangkok aveva una validità di soli 14 giorni, speravo di rinnovarlo a Luang Prabang, come avevo sentito si potesse fare, ma trovato l'ufficio d'immigrazione mi hanno detto che dall'agosto del 1995 non erano più autorizzati a farlo e che mi toccava ripassare per Vientiane per ottenerlo, avrei potuto fregarmene e rimanere senza però poi alla frontiera avrei dovuto pagare una multa di 5$ per ogni giorno in più, e dato che per me valeva sempre la regola; ogni soldo risparmiato è un giorno di viaggio guadagnato! Il 28/5/96 sono ripartito, di nuovo solo, per tornare a vientiane ad ottenere l'estensione del visto.
Sono arrivato a Vientiane ieri e ho preso alloggio in una Guest-House vicina a quella della volta scorsa, qui a Vientiane tutte le Guest-House sono piuttosto care anche perchè, come dappertutto in Laos, non ci sono camere singole ma minimo doppie il cui prezzo rimane invariato sia per una persona che per 2, l'unico modo per risparmiare qualcosa è trovare qualcuno con cui dividere la stanza, la fortuna ha voluto che non mi dovessi sbattere più di tanto, arrivato alla Guest-House c'era già un Thailandese a discutere il prezzo con la proprietaria, così abbiamo deciso di dividere la stanza.
Adesso sono le 9 del mattino, fra un pò, finito lo spinello che stò fumando vado a fare colazione, il Thay (accidenti! non mi ricordo più il nome, me lo dovrò far ripetere) stà beatamente dormendo, con la necessità di dividere la stanza bisogna avere la fortuna di trovare un tipo tranquillo, sarebbe seccante ritovarsi con un rompiballe che tra l'altro conosci poco.
Il Thay con cui divido la stanza non è proprio un Thay, cioè è nato in Thailandia ma vive in Alaska, sembra quasi incredibile, è emigrato con la sua famiglia che era piccolissimo e questa è la prima volta che è tornato come turista nelle sue zone natie.
Ottenere l'estensione del visto è stata una cosa molto più veloce e semplice di quello che mi aspettavo, sembrava anche iniziata male, ma è finita benissimo.
Il primo posto in cui mi sono recato è stato l'ufficio immigrazione, ma qui il poliziotto di turno mi ha fatto notare una scritta minuta e indecifrabile sul mio passaporto sotto al visto del Laos dicendomi che dovevo andare lì, dopo qualche sforzo sono riuscito a farmi spiegare a modo la cosa; quella scritta era il nome di un agenzia turistica a cui era collegato, non sò bene perchè, il mio visto e solo quell'agenzia poteva farmi avere l'estensione e qua la cosa sembrava prendere una brutta piega, sono andato alla ricerca di questa agenzia, fortunatamente abbastanza vicina da raggiungerla a piedi, sono arrivato all'agenzia che era l'una e dai vetri vedevo tutti gli impiegati che si stavano facendo la "penicchella" pomeridiana sdraiati sui tavoli, ho provato a bussare e subito hanno iniziato a scendere dai tavoli e ricomporsi per accogliermi degnamente, la scena era quasi surreale e dovevo trattenermi dal non ridergli in faccia, comunque sono stati gentilissimi e mi trattavano quasi come se fossi una celebrità offrendomi il te e prodigandosi in continui inchini e scuse per come li avevo trovati, gli ho lasciato il passaporto, 2 foto e 3900 Kip (3$ al giorno per 14 giorni, la ragazza che mi serviva mi aveva detto che sarebbe stato pronto per stamattina invece, ieri sera verso le 5 si è presentata lei alla mia Guest-House con il passaporto già vistato ed in più mi hanno regalato un giorno, infatti l'estensione è valida fino al 14 giugno, il mio visto scade oggi 30 maggio e perciò sono 15 giorni, direi non male come servizio, consegna rapida e a domicilio!
Dopo la tapa a Vientiane mi sono diretto a sud verso Savannaket facendo tappa a Tha Khaek piccolo villaggio, di quelli che non sono segnati su nessuna guida e ho presto scoperto perchè, a parte che non c'è niente di particolare da vedere non c'erano neppure hotel o altro e per passare la notte mi sono dovuto adattare in un bugigattolo di lamiera piccolo e sporco nella zona della fermata dei bus, un altro svantaggio di fermarsi in questi piccoli anonimi villaggi e che si viene trasformati in bestie rare, i bambini ti seguono divertendosi un mondo per ogni cosa che dici o fai, gli parlo in Italiano tanto è uguale e tutti gli adulti che ti vedono si fermano a guardarti segnalandoti a chi gli è vicino, il giorno dopo sono andato a Savannaket che è un grazioso paese dall'aria fatiscente e abbandonata in cui la vegetazione stà prendendo la rivincita sulle case e costruzioni varie il cui stile architettonico coloniale e francese conferisce all'insieme un aspetto particolare, piacevole e vagamente romantico
A Savannaket c'è anche una piccola ambasciata Vietnamita, e dato che ero lì sono andato a vedere se era possibile ottenere il visto per la mia prossima meta il Vietnam.
All'ambasciata, gentili come sempre da queste parti, mi hanno fatto accomodare offerto il te e dopo un pò di chiacchiere mi hanno assicurato che non c'era problemi per il visto, avrei solo dovuto aspettare 10 giorni, così gli ho lasciato 70$ (sigh!!), le soltie 2 foto, ho riempito un paio di questionari e me ne sono andato convinto di aver risolto la cosa.
Il giorno dopo sono partito alla volta di Pakse, alla stazione dgli autobus ho incontrato Jeanne, che avevo già conosciuto a Luang Prabang, anche lei diretta a Pakse dove doveva incontrare un suo amico Spagnolo, e loro mi diedero quella che al momento mi sembrò una notizia terribile; all'ambasciata Vietnamita di Vientiane non rilasciavano più visti come mezzo di sicurezza per via di un megacongresso del Partito Comunista Vietnamita, cercando di pensarci il meno possibile mi sono goduto la sosta a Pakse che è un paese molto più vivace e vitale di Savannaket con un allegro e colorato mercato, nei dintorni c'è da visitare il Wat Phu antico tempio Khmer che per lo stile e l'ambientazione ricorda "Angkor Wat" in Cambogia, Pakse è anche una buona base di partenza per raggiungere in barca le Khong Islands, poco prima di entrare in Cambogia il Mekong si divide in innumerevoli rami creando più di 4000 isole e isolette sul fiume, sulle più grandi delle quali si può pernottare.
Il 12/6 sono tornato a Savannaket dove ho diviso la stanza con una ragazza francese che arrivava da Vientiane, e anche lei mi confermò che l'ambasciata là non rilasciava più visti e che dei suoi amici che avevano, come me, fatto la richiesta e anticipato i soldi, il giorno in cui dovevano ritirare il visto si sono visti restituire i soldi.
Così quando il giorno dopo sono andato all'ambasciata ero già intento a pensare come avrei potuto cambiare l'itinerario che mi ero programmato, e invece no! La mia buona stella non mi aveva abbandonato e sono uscito da là con il visto del Vietnam sul Passaporto.
Sono stato veramente fortunato perchè come ho imparato poi tutte le principali ambasciate Vietnamite non erano più autorizzate a rilasciarlo e come avrei presto scoperto;
La facilità nel contrattare i prezzi è inversamente proporzionale al numero di turisti presenti in un posto.
Il 14/6/1996 sono entrato in Vietnam
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