Il 30-09-92, che era un mercoledi, alle 16.50, sono partito da Nonantola(MO)con 2 amici a bordo di un R4, il cui contakilometri segnava 127510Km, verso l'india, un sogno che si avverava.
Il 21/2/93 abbiamo attraversato la frontiera a Wagah e siamo entrati in India con prima tappa a Amritsar
Amristar è Una grande città in cui si trova il "Golden Temple"
[foto]
Il più sacro per la religione Sikh [log26] La parola Sikh in lingua Punjabi significa discepolo, questa religione nacquè attorno al 1500 d.c. per opera del "Guru Nanak" [foto]
Dopo una "toccata e fuga" a New Dheli Ci siamo diretti verso il Rajastan una vasta regione che si estende nel Deserto del Thar, prima tappa Jaipur [log27] città principale della regione.
Seconda tappa Pushkar un piccolo paese che sorge intorno ad un lago sacro sul limitare del deserto, il posto è veramente molto bello e meta di pellegrinaggio dei fedeli Indù e dei turisti più smaliziati.
la nostra successiva tappa era Jaisalmer città-forte circondata dal deserto ultimo insediamento nel grande deserto del Thar.
Un pò per distinguerci dagli altri turisti un pò per voglia di avventura abbiamo deciso di :
attraversare i 450Km che separano Pushkar da Jaisalmer a dorso di cammello
Dopo aver duramente contrattato con dei cammellieri sul prezzo per il noleggio dei cammelli e del loro lavoro come guide siamo partiti la mattina del 7/3/93.
Abbiamo impiegato 10 giorni per raggiungere Jaisalmer in un viaggio indimenticabile sotto tutti i punti di vista [log28]
Dopo le prime ore a dorso del cammello il nostro spirito d'avventura già cominciava a lasciare il posto alla silenziosa domanda «Ma chi c***o c'è l'ha fatto fare??»
Mai visto degli animali più scomodi e "schifosi" dei cammelli, io amo gli animali ma passare 10 giorni sul groppo di una bestia che non fà altro che pisciare, cagare, scoreggiare,che riesce a girare il collo fino a guardarti in faccia, per poi tirare fuori una sbavosa grossa vescica dalla bocca e iniziare a sbavarti addosso è veramente dura,tra l'altro la nostra era una vera marcia forzata si partiva all'alba sosta di un paio d'ore a mangiare e poi via fino al tramonto.
Comunque siamo stati ripagati ampiamente dai posti visti e dalla sensazione di vivere qualcosa di speciale.
L'ultimo giorno ormai vicino a Jaisalmer giravamo a fianco della strada e un auto noleggiata da dei turisti si è fermata per permettere ai suddetti turisti di farci delle foto, quando abbiamo fatto per avvicinarci sono risaliti in macchina in tutta fretta e sono scappati, probabilmente avevano paura che gli chiedessimo delle Rupie per averci fotografato, ci avevano scambiato per degli Indiani, certo sporchi eravamo sporchi dopo 10 giorni senza potersi fare un bagno, il turbante e l'abbigliamento c'erano.
Ma nonostante ciò nelle foto che quei turisti hanno riportato a casa a fare la parte degli uomini del deserto c'eravamo noi.
Jaisalmer è una città all'interno di un forte le cui mura sono dello stesso colore della sabbia del deserto.
Qui ci siamo fermati vari giorni per riposarci dalla faticaccia fatta per arrivarci, e per rimpinzarci visto che gli ultimi giorni di viaggio i viveri cominciavano a scarseggiare.
Di Jaisalmer ricordo un fatto in particolare che forse può dare un idea di che posto può essere l'India e quanto noi ci eravamo adattati ormai;
Io e Yuri stavamo mangiando in un ristorantino ("Indian style" ovviamente) quando vediamo un topo di notevoli dimensioni girare sopra un muro scendere sul bancone della cucina appoggiarsi ad una pentola e iniziare a mangiare,
Và bene che qui in Rajastan c'è un tempio dedicato ai topi, ma qui siamo in un ristorante.
Ci guardiamo intorno ma il cuoco non si vede, allora facciamo un cenno ad un Indiano che stà mangiando lì vicino, lui guarda il topo, guarda noi, si scrolla, come solo gli indiani sanno fare, e riprende a mangiare, cosa avremmo dovuto fare?
Abbiamo finito di mangiare, pagato e siamo andati a farci un "Bhang-Lassi" (frullato di yoghurt e Marijuana) come dessert
Dopo essere ripassati per Dheli e una rapida visita ad Agra per vedere il Taj Mahal siamo arrivati a Varanasi (Benares) grande e incredibile città che sorge su una riva del fiume Gange.[log29]
Appena arrivati e scesi dal treno l'impressione era quella della solita grossa inquinata e caotica città ma poi dopo esserci sistemati in un Hotel che si affaccia sul fiume e dopo un primo giro ci siamo resi conto di essere in un posto incredibile.
Qui arrivano fedeli da tutta l'India per bagnarsi nelle acque del Gange e soprattutto per morirci infatti per gli Indu il Gange rappresenta una via privilegiata per terminare il ciclo delle reincarnazioni e trovare finalmente la pace.
In India i morti vengono cremati, a Varanasi ci sono un paio di Ghat (scalinata che porta al fiume) adibiti al compito.
Per i più ricchi, che si possono permettere il costo della legna, si preparano le pire, per i poveri c'è il forno elettrico, e infine per i più indigenti non rimane che buttare il cadavere direttamente nell'acqua
[foto] per la felicità delle centinaia di avvoltoi che svolazzano da queste parti.
Varanasi è l'apoteosi della religiostà Indù e girare per le strette stradine che costeggiano il fiume è quasi un esperienza mistica, amo molto questa città e ci sono tornato quasi tutte le volte che mi trovavo in India
La tappa successiva ci ha portato in Nepal un pò perchè ci scadeva il visto dell'India e un pò perchè si fá fatica a resistere al fascino di un posto come Katmandu
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