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italia-India by car (5)

Il 30-09-92, che era un mercoledi, alle 16.50, sono partito da Nonantola(MO)con 2 amici a bordo di un R4, il cui contakilometri segnava 127510Km, verso l'india, un sogno che si avverava.


India (ritorno)

Tornato in India mi sono subito diretto verso il Kashmir.
Sapevo che Yuri sarebbe andato nell'Himachal Pradesh, ma io c'ero già stato in un precedente viaggio e avevo voglia di fare qualcosa di alternativo, cosa di meglio di un bel trekking nel tribolato Kashmir. [log33]
Purtroppo il fotografo del viaggio era Yuri perciò non ho nessuna foto del Kashmir, tra l'altro Yuri era anche il principale scrivano del nostro diario di viaggio.
Oserei quasi dire che se non fosse perchè è grosso e ingombrante, bisognerebbe sempre tenere uno Yuri nello zaino.
Il 20/7/93 dopo circa 2 mesi, io e Yuri ci siamo riuniti al "tourist Camp" di Dheli
Giusto il tempo di raccontarci quello che avevamo combinato, di fare il visto e già eravamo sulla strada per tornare in Pakistan, il ritorno era sempre più vicino.

Pakistan (ritorno)

Il 24/7/93 siamo rientrati in Pakistan e dopo un paio di soste a Multan [log34] e Loralai [log35] abbiamo raggiunto Quetta per controllare che la nostra macchina fosse ancora là e intera.
Ebbene si, c'era ancora
Qualcuno l'aveva aperta, ma solo per rubare una tanica di plastica [log36]
comunque non era ancora il tempo di rientrare, avevamo ancora tutto il Pakistan del nord da visitare
Quella che doveva essere una breve sosta a Quetta si è trasformata in una prolungata permanenza forzata a causa della Epatite-A che Yuri ha Pensato bene di tirare fuori per festeggiare il ritorno in Pakistan [log37]
Le condizioni igieniche dei ristoranti Pakistani non erano proprio il massimo [log38]
In quei giorni a Quetta non siamo certo rimasti inattivi, abbiamo pure fatto conoscenza dei giovani studenti Afgani, appartenenti a società studentesche, che poi organizzati e armati dai servizi Pakistani, sono entrati in Afganistan diventando i tanto demonizzati Talebani
Già allora le loro idee ci apparivano pazzesche, al punto che ci chiedevamo cosa cazzo insegnassero nelle scuole Pakistane da renderli così bigotti e fuori di testa, ma, ci tengo a precisarlo non terroristi, tra l'altro consideravano gli Americani come amici che avevano aiutato il popolo Afgano nella resistenza contro l'invasore russo

Finalmente dopo oltre 20 giorni, con Yuri finalmente guarito siamo partiti per Peshawar [log39]
Dopo l'interessante sosta a Peshawar ci siamo diretti nostro malgrado verso Islamabad la capitale, per ottenere un estensione del visto del Pakistan [log40]
Ottenuta l'estensione siamo partiti per raggiungere Skardu, penso che tutti gli appassionati di alpinismo conoscano Skardu, infatti è da lì che si parte per ragggiungere il K2, noi non eravamo ne turisti ne appassionati, ma un bel trekking, non certo sul K2, ce lo volevamo proprio fare, dopo una sosta a Chilas, durante un attesa per l'autobus verso Skardu ci siamo fatti convincere da un Pakistano ad arrivare a Skardu via montagna, a piedi, per un trekking che sarebbe dovuto durare 10 giorni, con lui come guida, leggete questo log se volete sapere come può essere un trekking dalle conseguenze disastrose [log41]
Tornati, per fortuna ancora vivi, dal trekking fallito, siamo andati a cercare un pò di pace a Gilgit [log42] e poi a Karimabad nella valle dell'Hunza [log43]. Poi, decisi a riprovarci, siamo arrivati a Skardu e da qui siamo partiti per un trekking, questa volta senza né guide né portatori, e cosiì abbiamo imparato che camminare in montagna con sulle spalle uno zaino necessariamente carico è veramente dura e come si sale sopra i 3000mt di altitudine il freddo e la fatica mettono a dura prova anche le più entusiastiche intenzioni [log44]

Dopo esserci riposati e curati dalle piaghe ai piedi, siamo tornati a Gilgit per poi andare a Mingora nella valle dello Swat [log45] a Kalam, sempre nello Swat abbiamo festeggiato
1 anno di viaggio
[log46]

Ormai cominciavamo a essere stanchi di tutta quella montagna e dei Pakistani del nord, perciò con i piedi piagati dai trekking e il portafoglio che diventava sempre più leggero ci siamo diretti nuovamente verso Islamabad per fare il visto dell'Iran per il ritorno. [log47]
Con l'arrivo a Islamabad e i miei occhi che prendevano un giallo colorito divenne chiaro che anche io dopo Yuri mi ero preso l'epatite A, io ho sempre pensato che sia stato lui ad attaccarmela, ma nella condizione di totale mancanza di igiene in cui eravamo abituati a vivere un epatite A non sembra neanche un gran problema, già dal Trekking fatto a Skardu mi ero reso conto che qualcosa non andava, la mia urina diventava sempre più scura, ero insolitamente fiacco e altrettanto insolitamente il mio intestino aveva perso la regolarità a cui ero abituato.
I sintomi più visibili dell'epatite A sono, oltre al colorito giallo degli occhi, il colorito scuro (tipo Coca-Cola) dell'urina e il colorito chiaro (tipo caffelatte) delle feci, insomma una sinfonia di colori, ma a parte questo non dà dei gran problemi ed ho continuato a fare tutto come prima, il problema forse più grosso è che si perde l'appetito e questo unito al fatto che il mangiare è in Pakistan spesso una necessita più che un piacere porta ad una rapida perdita di peso ed energie.

All'ambasciata Iraniana in Islamabad ci aspettava una sorpresa poco piacevole.
È incredibile come ogni volta, durante questo viaggio, abbiamo dovuto fare un visto, ci siano stati dei problemi.
Questa volta il problema era che io non avevo neppure una pagina completamente vuota per il visto, c'erano un paio di pagine con lo spazio sufficente per appiccicarci il loro visto, ma nonostante le mie proteste si sono dimostrati inflessibili e si sono rifiutati di farmi il visto.
Dato che richiedere un nuovo passaporto alla nostra ambasciata richiedeva troppo tempo, io ho fatto un biglietto aereo da Karachi a Istambul per sorvolare l'Iran e ritrovarmi poi in Turchia con Yuri, è stata una decisione sofferta ma non vedevamo altre possibilità.
Da Islamabad siamo tornati a Peshawar per visitare Darra [log48], poi siamo ridiscesi a Quetta passando per Kohat e Bannu [log49] poi Dera Ismail Khan dove eravamo già stati circa 10 mesi prima, Multan [log50] e Dera Ghazi Khan a Loralai [log51] dove abbiamo festeggiato il 13° mese di viaggio e infine a Quetta dove abbiamo ritrovato la nostra macchina in piena efficenza. [log52]

Il 7/11/93 Yuri è partito in macchina con il nuovo "poliziotto accompagnatore" verso L'Iran, io ho iniziato a spostarmi verso Karachi da dove avrei preso l'aereo.

Il 20/11/93 ci siamo riuniti a Istambul [log53] da qui dopo una rapida attraversata della Grecia [log54] e un altrettanto rapida straghettata ci siamo ritrovati a Bari in Italia dove, dopo tantissimo tempo, ci siamo bevuti un buon caffe, letto il giornale e mangiato un buon panino. [log finale]

Eravamo di nuovo a casa senza saper se ne eravamo contenti o no, cioè con la sensazione inconscia che quella non fosse altro che un ulteriore tappa del nostro viaggio, ma con l'altrettanto, sempre più forte sensazione, che quella fosse la fine di un viaggio unico e che presto ci saremmo ritrovati nella solita vecchia realtà, o vogliamo chiamarla "routine" da cui eravamo riusciti a sfuggire per oltre un anno.

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