Il 30-09-92, che era un mercoledi, alle 16.50, sono partito da Nonantola(MO)con 2 amici a bordo di un R4, il cui contakilometri segnava 127510Km, verso l'india, un sogno che si avverava.
Dopo 3 mesi di viaggio e varie vicessitudini siamo arrivati in Pakistan [log17]
All'andata siamo stati 2 mesi in Pakistan,girando tutto il sud poi durante il viaggio di ritorno ci siamo fermati altri 3 mesi per visitare il nord e fare trekking ma non basterebbe un libro a dire tutto ciò che abbiamo visto e vissuto in Pakistan è stata un esperienza incredibile.
Abbiamo festeggiato l'ultimo dell'anno a Quetta [log18]
Poi si trattava di decidere se fermarsi un pò in Pakistan o andare dritti in India e fermarsi al ritorno, ovviamente abbiamo optato per la prima idea affascinati da quel pò che avevamo visto del Pakistan.
La prima tappa è stata decisa da un errore [log19]
Nella seconda Faizalabad siamo rimasti bloccati per vari giorni a causa di un malanno improvviso che ha colpito il povero Yuri riducendolo ad uno straccio [log20]
Da lì ci siamo spostati a Lahore una piccola tappa per non affaticare il convalescante Yuri,poi abbiamo puntato decisamente a sud andando a Larkana nel Sind a visitare Monjo Daro una antichissima città dalla misteriosa storia [log21] .
Nella nostra discesa verso il sud ci siamo fermati anche a Sahewan-Shariff una città sacra e a Sann [log22]
A Hyderabad una grossa città abbiamo trovato l'hotel con il rapporto prestazioni/prezzo migliore di tutto il viaggio, cioè 2 grandi stanze una con i letti e una con il bagno e zona lavanderia con un cortile esterno personale, servizio in camera, acqua calda e tutto ciò per 100Rupie (5000Lire), ci sembrava di essere dei Nababbi.
Con l'arrivo a Karachi abbiamo festeggiato il quarto mese di viaggio
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Poi abbiamo lentamente cominciato la risalita fermandoci a Thatta e a Mirpur-Khas [log24] .
dove Yuri ci ha fatto sostare qualche giorno in più ammalandosi di nuovo ma per fortuna questa volta la cosa si è dimostrata molto più leggera e risolta in poco tempo.
Dopo un altra sosta a Sukkur e Pak-Pattan [log25] .
Il richiamo dell'India si faceva sempre più forte e il 21/2/93 dopo 5 mesi dalla partenza siamo entrati in India.
Prima di passare a parlare dell'India vorrei parlare un pò dell'impressione che io ho avuto dei Pakistani del sud.
Il fatto che in questa parte del Pakistan il turismo sia praticamente sconosciuto rende il contatto con la gente molto più vero e sincero nessuno ci veniva a parlare interessato ai nostri soldi ma erano spinti da una reale curiosità,tutto ciò che facevamo era per loro un evento da commentare e meravigliarsi.
Così abbiamo avuto modo di sperimentare la famosa ospitalità della cultura Islamica.
Per loro eravamo ospiti nella loro terra e oltre a ripeterlo spesso lo dimostravano non volendo mai neanche una Rupia da noi ma anzi offrendoci loro da dormire e mangiare.
Le prime 3 cose che ti chiede un Pakistano sono nell'ordine:
La prima è universale.
La seconda e caratteristica della loro cultura in cui il nome del genitore può indicare l'appartenenza ad una particolare tribù o il livello sociale tant'è che anche nella maggior parte degli hotel in cui abbiamo alloggiato richiedevano questa informazione e anche per i documenti ufficiali serviva.
La terza è indice del fervore religioso che pervade queste persone, quando non avevo molta voglia di parlare dicevo di essere cristiano e quando volevo partire per discussioni infinite (dipendeva anche dalla situazione) dicevo di non credere in nessun Dio.
Per loro questo sembra essere una cosa inaccettabile riescono a capire che tu creda in un altro Dio che non sia Allah (ma meglio non dirgli di essere ebrei) ma il fatto di non credere per molti di loro è semplicemente incomprensibile.
Ricordo un bigliettaio su un treno che è rimasto per ore a raccontarci tutta la storia di Maometto,ad ogni modo una regola aurea è "non scherzare mai con la religione".
Per i Pakistani anche la privacy sembra essere un concetto sconosciuto e te ne trovi sempre qualcuno che ti entra in stanza solo per guardarti come se fosse al cinema.
E ora parliamo anche di un argomento che nel nostro diario avevamo preferito non trattare "l'hashish".
Il Pakistan per un fumatore è un vero paradiso.
Anche in questo caso l'assenza di turisti gioca un ruolo fondamentale infatti sebbene possa essere un pò più difficile da trovare non essendoci gli spacciatori da strada, quando lo si trova (sempre) la qualità è ottima e il prezzo fà scappare da ridere anche se paragonato a quello che si paga in India e poi noi "eravamo ospiti nella loro terra" e sono state più le volte che ce lo hanno regalato che quelle in cui abbiamo dovuto pagare.
Addirittura i poliziotti ci regalavano del fumo o fumavano insieme a noi
A questo proposito sono 3 le storie che più ricordo.
La prima appena entrati in Pakistan :
Con il Poliziotto-accompagnatore che ci ha portato a Quetta dovevamo andare agli uffici doganali per fare le carte e depositare la macchina, mentre andavamo là ha voluto fare una sosta per comprarsi del fumo e ne ha preso 2 Tolle (20grammi circa) 10 per lui e gli altri per noi, morale siamo arrivati in quegli uffici tutti e 4 cottissimi.
La seconda mentre giravamo per Quetta :
Ci sentiamo chiamare da dei tipi, siamo andati a vedere ed erano i soliti che ci avevano chiamati solo per la curiosità di vederci e di farci le fatidiche 3 domande poi ci hanno invitato a stare a fumare con loro, eravamo in una sala con un biliardo che fungeva da sala di ritrovo, dopo aver fumato gli abbiamo chiesto dove potevamo trovarne un pò ma uno di loro "Yaqoot"
[foto] dopo aver recitato l'ormai usuale frasetta "voi siete ospiti nella mia terra" ce ne ha regalato in abbondanza, la cosa si è ripetuta per vari giorni con loro e tra loro "Yaqoot" quello che ci aveva preso più in simpatia che ci regalavano il fumo e ci portavano in auto a vedere i dintorni, un giorno arriviamo nella sala del biliardo e troviamo Yaqoot in divisa da poliziotto scoprendo così qual'era il suo lavoro "Ispettore della polizia di Quetta".
La terza mentre visitavamo il forte di un piccolo paesotto nel deserto del Thar :
All'interno del quale c'erano anche le prigioni locali, con nostra grande sorpresa i secondini ci hanno chiamato a visitare le celle dove i prigionieri, una trentina di persone divise in 3 grosse celle erano così sorpresi di vederci da sembrare quasi felici nonostante la loro situazione. Ovviamente dopo un pò uno dei secondini ha tirato fuori del fumo e ha cominciato a fare uno svuotino (là usa così) che abbiamo fumato tutti insieme come un allegra compagnia.
Ora una breve fotopanoramica di alcune attività dei Pakistani:
Cosa altro potrei aggiungere sul Pakistan forse rimarcare la mancanza d'igiene assoluta ma del resto noi ci siamo abituati in breve tempo arrivando a bere l'acqua dai rubinetti e assumendo tutti quei comportamenti che sono sconsigliatissimi da tutte le guide, ma del resto il nostro era un viaggio non una semplice vacanza e il nostro organismo si doveva abituare a quelle condizioni e così è stato.
E ora passiamo a quella che era la nostra meta Principale L'INDIA
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